Maratea, perla del Tirreno, è affacciata su uno dei tratti più belli del golfo di Policastro. Di origini incerte, fu dominio dei Normanni, degli Angioini, degli spagnoli, ma riuscì sempre a mantenere, grazie all’ottima posizione geografica, il suo status fatto di privilegi. Anche le numerose incursioni dei pirati saraceni venivano allontanate grazie alla sua posizione felice, serrata tra il mare, controllato da un circuito di otto torri di avvistamento, databili al XVI secolo, e la montagna, difesa dal suo imponente castello medievale, di cui sono ancora visibili i resti. Il centro storico vanta un numero enorme di cappelle ed edifici sacri. Nei secoli, l’originario centro abitato, posizionato sul colle, si è spostato sul mare, dove sono nate tutte le attività. Nell’ultimo secolo, la località è diventata uno dei più rinomati centri turistici della Basilicata e del Meridione.
Maratea (foto www.settemuse.it)
Altri piacevoli centri affacciati sul Tirreno, Acquafredda, Rotondella, Cersuta, Fiumicello-Santa Venere e, al confine con la Calabria, Castrocucco.
Il piccolo centro di Acquafredda si trova in una gola ricoperta da una fitta pineta. Dalla strada all’ingresso sud si raggiungono facilmente le spiagge di Luppa e dell’Arginarra, con sabbia scura mista a ciottoli. Sotto il piazzale della ferrovia, la spiaggia della grotta della Scala, piccola insenatura rocciosa, visitabile solo via mare. E poi, le tre spiaggette, una accanto all’altra, di Porticello, Pietre cadenti e di Marizza, davanti alle quali sgorga una grossa bolla d’acqua dolce. All’altezza della spiaggia di Porticello, è posto l’ingresso alla grotta del Dragone, stretta e profonda vari chilometri.
I resti diruti del castello di Castrocucco e del palazzotto dependance, del ‘500, situato su un isolotto roccioso in località La Secca, sono testimonianza dell’unico feudo presente sul territorio di Maratea. A nord dell’abitato, si leva Punta Caina, con i resti dell’omonima torre di avvistamento, che fa da contraltare terrestre alla secca di Castrocucco, suggestiva caletta di sassi dal basso fondale, fonte di diversi naufragi in passato; qui si possono ammirare i ritrovamenti di navi affondate di tutte le epoche.
Da Maratea è possibile esplorare l’entroterra e giungere al vicino Monte San Biagio (624 m) e l’antico santuario, la cui primitiva chiesa risale al VI-VII secolo.
Ancora più all’interno, lungo la valle del Noce, si arriva al borgo di Rivello, che, da lontano, ricorda un presepe napoletano del ‘700. Interessante il convento di Sant’Antonio da Padova, con la chiesa cinquecentesca, il bel chiostro e il Museo Civico. Da visitare al chela chiesa Madre, la chiesa di S. Anna, la cappella si S. Barbara e la chiesa dell’Annunziata.
Veduta aerea di Rivello (foto www.aptbasilicata.it)
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