Matera, abitata sin dall’età preistorica, è famosa in tutto il mondo come la “città dei sassi”.
Possiede una pregevole raccolta di materiale archeologico di varie età, esposta nel Museo Nazionale D. Ridola (nell’ex monastero di Santa Chiara). Dopo la caduta dell’Impero romano, la città conobbe le alterne occupazioni dei Goti, Franchi, Saraceni, Bizantini, Longobardi e Normanni. E’ tra le poche città mediterranee in cui coesistono aspetti urbanistici cronologicamente lontani: preistorici, romani, medievali con eterogenee manifestazioni barocche, in un crogiolo di immagini e colori contrastanti eppure strutturalmente inscindibili. Come già detto, Matera è nota per i sassi, che nel 1993 sono stati iscritti nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Sorge a ridosso di una gravina distinta in due cavità dall’erosione delle acque del torrente Gravina (Sassi Barisano e Caveoso), demarcate da uno sperone roccioso. Il nome gravina si dà ai valloni che le acque hanno scavato nel terreno calcareo. E’ con Vinosa e Massacra un esempio di città trogloditica in cui l’uomo della preistoria ha usato le caverne naturali a scopo abitativo e di ricovero degli animali. Successivamente l’intervento antropico ha scavato altre caverne e ne ha compiuto le “facciate” con murature delimitando i varchi delle porte e delle finestre. Il criterio di uso della gravina ha un andamento verticale, per cui essendo anche il sistema viario interno scavato nella roccia, accade che i comignoli delle abitazioni sottostanti sbuchino sulla strada soprastante. Mel Gibson, mentre percorreva le rampe e i passaggi che s'inoltrano labirintici nei Sassi di Matera, alla ricerca degli angoli giusti per installare i set delle riprese per il suo “La Passione di Cristo”, perse - parole sue - la testa.
Tra i monumenti urbani degni di nota è la chiesa di San Francesco costruita su una chiesa ipogea del XIII secolo, oggi adorna di una facciata barocca; il Duomo del XIII secolo che sorge sullo sperone roccioso che divide il Sasso Barisano dal Caveoso; il castello Tramontano la cui costruzione iniziata da Carlo Tramontano, feudatario di Matera, ucciso nel 1515, rimase incompiuta.
Matera e i suoi "Sassi"
Nel territorio circostante sono disseminate circa 150 chiese rupestri (fra asceteri, chiese e santuari) quasi tutte alto-medioevali, non sempre accessibili. Questo è il Parco della Murgia materna o delle Chiese rupestri del Materano, situato tra i comuni di Matera (tutela anche alcune chiese rupestri inserite nell’itinerario urbano) e Montescaglioso. Posto su un altopiano a una quota variabile tra i 300 e i 500 m, appare a prima vista come un deserto roccioso, dalla vegetazione bassa, inciso da dirupi tagliati come lame da profonde fenditure carsiche, modellate dagli eventi atmosferici e bucherellate da grotte e cavità che sembrano ingoiare chiunque vi si avventuri. E’ in questo paesaggio che l’uomo ha lasciato tracce della sua presenza dalla Preistoria ad oggi, a testimonianza della diffusione della religiosità all’interno dell’area. Nell’Alto Medioevo, infatti, l’altopiano murgico fu meta di monaci ed eremiti che, sfuggiti alle persecuzioni iconoclaste in Oriente, diedero vita a insediamenti rupestri disseminati in tutta l’area. Oltre alle chiese di origine monastica, si contano santuari rupestri e cappelle private, legate alle istituzioni vescovili e alle esigenze di fede della popolazione locale sparsa nelle campagne. Inoltre fin dal Medioevo, lungo le vie erbose della transumanza si scavarono ovili, casali rupestri e luoghi di culto utilizzati per le celebrazioni liturgiche. Di particolare pregio gli affreschi rinvenuti nell’area, che vanno dall’epoca longobarda (800 d.C.) al periodo latino e bizantino, fino al ‘500 e anche a epoche successive.
Interessanti infine le masserie, in genere di epoca romana, anche se la stessa tipologia architettonica ricomparve nel XVII-XVIII secolo. Utilizzate per lo svernamento delle mandrie e per l’organizzazione del lavoro dei campi e il controllo del latifondo, vantano una struttura con corte interna, uno spazio aperto sul quale si affacciano i magazzini, le stalle e le cantine. Al primo piano si trova in genere l’alloggio del padrone e del massaro, un uomo di fiducia che sovrintendeva a tutte le attività della masseria. Le strutture rurali di maggior pregio sono le masserie fortificate, costruzioni monumentali dotate di sistema difensivo perimetrale, camminamenti di ronda, torrette sopraelevate e torri di guardia come la masseria di Torre spagnola, la masseria del duca Malvezzi, la masseria del marchese Venusto, la masseria San Francesco. La più nota è però la secentesca masseria Tonacelle, che sorge sulla riva sinistra del torrente Gravina, nei pressi del borgo rurale La Martella.
Da Matera, imboccando la via Appia (SS 7) direzione Potenza, si attraversano i campi di grano e le basse colline della valle del Bradano, dove borghi di flemmatica lentezza, rocche e paesi, si alternano qua e là a orti e frutteti. Ovunque è percepibile il segno dell’uomo che ha dovuto lottare con una natura aspra, ostile, a volte ritrosa, fatta di lunghe solitudini, come quelle della pastorizia. Questa regione è caratterizzata da paesini interni, quasi sempre arroccati su crinali di monti o colline per essere più difendibili. Lungo le valli del Bradano e del Basento giunsero dallo Ionio, tra l’VIII e il VI secolo a.C., i Greci con la loro civiltà, che lentamente sovrastò i Lucani, antico popolo di origine sannitica. Così nell’area tra i due fiumi affiora buona parte della ricchezza archeologica della Basilicata. Pochi chilometri a sud-ovest di Matera, si trova Miglionico, antico borgo che mantiene intatto il tipico aspetto medievale, con le facciate di alcune abitazioni rallegrate da murales eseguiti da artisti locali e nazionali. Di antica origine, fu fortificato intorno all’anno Mille dai Normanni, che innalzarono una prima cinta muraria ampliata, alla metà del ‘400, dai Sanseverino. Fu proprio l’illustre famiglia a riedificare il castello del Malconsiglio, fortilizio documentato in età longobarda. Nel corso del ‘900 le mura vennero in parte distrutte, in parte inglobate da nuove costruzioni, ma questo non ha tolto nulla all’aspetto originario del luogo. Della fine del ‘300 inizi ‘400 è, invece, l’edificazione della chiesa Madre di S. Maria Maggiore, dedicata all’Assunta, la cui prima costruzione risalirebbe al V secolo a.C. Altrettanto suggestiva la vicina chiesetta rurale della SS. Trinità, caratteristica per la cuspide a piramide.
Proseguendo lungo la SS 7, si giunge a Grottole, piccolo borgo arroccato su delle alture, e a Grassano, centro abitato circondato da ulivi, in cui Carlo Levi trascorse tre mesi del 1935, prima del definitivo confino ad Aliano.
Dopo una ventina di chilometri, ecco la bella città di Tricarico, che svetta sulla sommità di una collina. Le sue origini risalgono probabilmente al VI-V secolo a.C., con tracce di un primo abitato rinvenute presso il valico Tre Cancelli. Roccaforte longobarda nell’849, poi kastron dei Bizantini, nel 1048 divenne contea con i Normanni. E proprio in questo periodo viene a delinearsi l’attuale insediamento urbano. Luogo simbolo della storia cittadina è piazza Garibaldi, che sottolinea il passaggio dalla città longobarda-saracena a quella bizantina-normanna. Sul lato occidentale si affaccia la duecentesca chiesa di San Francesco, adiacente all’ex convento; sul lato opposto l’ampio fronte del Palazzo Ducale. Subito dopo si trova un vasto sottoportico, l’arco di Ladislao, che introduce alla parte più antica della cittadina. Ai lati del sottoportico, si apre piazza Raffaello Delle Nocche, con un bel pozzo del XVII secolo, delimitata dal fianco sinistro della Cattedrale e su cui si affaccia il Palazzo Vescovile. Molti gli altri monumenti di Tricarico, tra cui la Torre Saracena, il convento si S.Maria del Carmine, la Rocca, il monastero di Clausura di S.Chiara e tanti altri.
Più a nord, a metà strada circa tra Matera e Potenza, merita una visita anche Irsina, importante centro già in epoca greco-romana, può vantare, nel suo patrimonio artistico, l'unica scultura del Mantegna fino ad ora conosciuta.
Tricarico (foto www.tricaricum.net)
Agriturismo Masseria del Pantaleone
Occupa una superficie di 50 ettari in agro di Matera e produce cereali, olio ed ortaggi vari, per il consumo quasi esclusivo dei suoi ospiti - Ristorante, camere, area camper.
Tel. 0835 335239
Sito web: www.agriturismopantaleonematera.it
E-mail: info@agriturismopantaleonematera.it