Spiaggette color avorio, margini di un entroterra di alture collinari incastonati tra ripide falesie, pinete verdi e oasi faunistiche, scogliere di rocce scavate dal mare, insenature, baie, porticcioli turistici e golfi, sono la costante panoramica delle coste in terra di Brindisi. Il litorale alterna incantevoli calette di sassi e mare trasparente a lunghe spiagge di sabbia vellutata, a sorprendenti riserve naturali affacciate sul mare. Al centro, Brindisi, vivace città di mare che fu il principale crocevia romano dell'Adriatico per quanto riguarda i commerci e i rapporti con l'Oriente. Questo scalo naturale ha costituito quasi un passaggio obbligato per i romani, per i crociati e per i mercanti veneziani. La compagnia “Valigia delle Indie” a fine ‘800 scelse questa città per i collegamenti ferroviari marittimi con l’Oriente ed oggi continua ad essere per l’Italia il porto migliore per i rapporti con la Grecia. Sede regia della civiltà messapica fu sempre in contrasto con la vicina Taranto e venne conquistata nel 267 a.C. dai Romani. Connessa con la capitale dell’impero tramite la via Appia e la via Traiana (al termine ed a memoria delle quali resta oggi la Colonna Romana), fu importantissimo centro commerciale e sede episcopale dall’inizio dell’età apostolica. Conquistata dai Goti e poi controllata da Bisanzio, fu distrutta dai Longobardi nel 674 e la sua Torre del Guaceto fu sede di un campo trincerato saraceno. Successivamente, come tutte le città della regione fu assoggettata da bizantini, normanni, svevi, angioini e aragonesi. Il suo porto fu conquistato dalla repubblica marinara veneziana per poi passare sotto il regno di Napoli. Il periodo di massimo splendore fu raggiunto con l’annessione al Regno d’Italia e nel secolo successivo, per 5 mesi, tra il 1943 e il 1944, Brindisi ebbe addirittura funzione di capitale d’Italia.
Da non perdere, il castello Aragonese o Alfonsino, conosciuto come “Forte a mare”, costruito a difesa della città nel 1491 sull’isola antistante il porto ed è distinto in due parti: il “castello rosso” caratterizzato dal colore delle pietre con cui è costruito e il forte, sede del comando marino. La seconda grande fortezza della città è il castello svevo o “castello grande”, voluto da Federico II come residenza fortificata delle guarnigioni. Nel centro della città sono imperdibili il porticato dei De Cateniano appartenuto all'ordine Ospedaliero dei cavalieri Gerosolimitani, il museo archeologico provinciale, la loggia del palazzo Balsamo e il museo diocesano. Nel rione di San Pietro degli Schiavoni si possono ammirare alcune testimonianze della Brindisi romana.
Il porto di Brindisi, porta d'Oriente nel Mediterraneo, ci compone corograficamente di tre bacini: un porto "interno o turistico" assegnato in prevalenza al traffico di traghetti, un porto "medio", destinato alle attività commerciali e di traffico di passeggeri e un porto "esterno", con una vocazione principalmente industriale, che movimenta merci merci destinale alle attività produttive locali. Il porto di Brindisi è il più vicino a Corfù e alle isole dello Ionio, nonchè all'Epiro e a Patrasso: per questo si pone storicamente come il naturale "gate" di riferimento per le relazioni con la Grecia e l'area balcanica.
Castello Aragonese o Alfonsino - Brindisi
La costa brindisina è un'alternarsi di spiagge e calette rocciose, che si estende per decine di chilometri. Il mare si insinua in cale e anfratti in un gioco di trasparenza e riflessi meraviglioso, si dilata in slarghi sabbiosi, si arrampica su declivi miti e sfiora i lembi lussureggianti della macchia mediterranea. Una costa che testimonia di lontane forme di vita e di civiltà ma che sa essere anche uno dei poli attrattavi del turismo balneare in Puglia. Strutture ricettive di charme, ville, villaggi, campeggi e agriturismi offrono tipologie di servizi diversificate e calibrate su ogni esigenza della domanda turistica. Basta immettersi in un sentiero per scoprire insenature di sabbia d'oro, tratti di coste basse e variamente frastagliate, cale avvolte nel silenzio e lambite dalla danza della risacca. Il litorale alterna incantevoli calette di sassi a prolungate spiagge dorate di sabbia morbida e vellutata, a riserve naturali ricche di vegetazione spontanea.
Una particolare attenzione merita la Riserva Naturale di Torre Guaceto, un'area protetta dal WWF con straordinarie risorse naturali, come un ampio tratto di macchia mediterranea dove è possibile effettuare escursioni che permettono di scoprire le bellezze paesaggistiche e faunistiche.
Proseguendo a sud lungo la costa, tra lidi privati e spazi liberi, superata la città di Brindisi, si incontra Punta della Contessa, dove sorge il Parco naturale regionale Salina, un'oasi di protezione con bacini di acqua dolce lungo la costa e molti canali che portano al mare l'acqua piovana raccolta. Tra questi bacini vi sono delle dune di sabbia.
Dopo aver attraversato la marina di San Pietro Vernotico, nell'ordine le località di Campo di Mare e Torre San Gennaro con lidi attrezzati e dotati di ogni comfort, a Torchiarolo, in località Lendinuso (l'ultima spiaggia della costa brindisina meridionale), si sommano una bella spiaggia e una buona ricettività e offerta di servizi.
Elemento caratteristico della costa brindisina sono le torri di avvistamento. Le incursioni degli arabi e dei turchi hanno infatti condizionato per secoli la vita della popolazione salentina. Il sacco di Otranto del 1480 e la rovina di Castro del 1537, per mano delle scorrerie turche, hanno portato alla graduale fortificazione del territorio salentino. La strategia per la difesa della penisola avrebbe previsto la costruzione ex novo di torri di avvistamento e la ristrutturazione di quelle di epoca sveva e angioina, nonchè la fortificazione delle masserie, per proteggere il territorio dai pericoli che venivano dal mare: pirati e corsari, malattie e contrabbando. La maggior parte delle torri costiere risale alla seconda metà del XVI secolo, poco prima della battaglia di Lepanto (1571) che avrebbe ridimensionato il dominio ottomano nel Mediterraneo occidentale.Le torri costituiscono, nella loro solitaria essenzialità, dei veri e propri gioielli di edilizia militare che tratteggiano fortemente tutta la costa del versante orientale dello sperone salentino.
L'entroterra brindisino è caratterizzato da una fertile campagna coltivata. Le vaste colture a seminativo, spesso contornate da filari di alberi (olivi o alberi da frutto), sono intervallate da frequenti appezzamenti sparsi di frutteti, vigneti e oliveti a sesto regolare che, in corrispondenza dei centri abitati di Mesagne e Latiano, si infittiscono e aumentano di estensione dando origine ad un paesaggio diverso in cui le colture a seminativo diventano sporadiche e si aprono improvvisamente come radure all’interno della ordinata regolarità dei filari.
Olivi secolari della piana di Brindisi (foto www.tenuterubino.com)
Mesagne sorge nell’entroterra della provincia di Brindisi. Il suo nome significa “città di mezzo”, appellativo dovuto alla sua posizione a metà strada tra Brindisi e Oria, lungo la via Appia. La cittadina fu fondata dai messapi nel V secolo a.C. con il nome di Metania e poi divenne Mesania sotto i romani. Molto più tardi, furono i normanni a fortificarla e a munirla di una rocca difensiva, che però non riuscì a salvarla dalla distruzione operata dai saraceni su ordine di Manfredi, allora alleato con gli angioini, che intendeva punire la fedeltà della cittadina al Papa. Nel 1256, a due anni dalla distruzione, fu lo stesso Manfredi a dare l’ordine di riedificare Mesagne, rafforzando le mura di difesa e il castello. Il feudalesimo non fu particolarmente severo per Mesagne, soprattutto poco prima della fine del regime di feudalità, decretata da Giuseppe Bonaparte e da Murat, quando sulla città governava Vincenzo Imperiali, apprezzato politico e letterato. Con Bonaparte la città divenne capoluogo di distretto e durante gli anni del Risorgimento fu sede di un circolo della Giovine Italia e delle attività di un gruppo carbonaro. Merita una visita il Castello di Mesagne, con le sue facciate sul lato est e su quello nord percorse da una loggia rinascimentale, che gli dona oggi l'aspetto di una bella residenza nobiliare.
Agriturismo Masseria Baccatani
Situato nell'incantevole scenario dell'Oasi di Torre Guaceto nel Salento è circondato da un bosco di fragni, roverelle e lecci, tra cieli cangianti e colline verdi che scendono al mare.
Tel. +39 0831.555767
Sito web: www.masseriabaccatani.com
E-mail: info@masseriabaccatani.com
Agriturismo Masseria Selvaggi
Agriturismo biologico situato nel territorio di Ceglie Messapico al confine con quello di Cisternino. L'azienda ha una estensione di 25 ettari con coltivazioni di cereali, viti e olivi.
Tel. + 39 349 4489358
Sito web: www.masseriaselvaggi.com
E-mail: masseriaselvaggi@gmail.com