Montagne, colline e rare pianure segnate da borghi, castelli e conventi: tracce tangibili dell’antica e ininterrotta presenza dell’uomo. Posta nel cuore dell’Italia, l’Umbria è una terra a sé che, nonostante le mille contaminazioni della sua storia, conserva un’anima speciale e particolare. Sono moltissimi ormai i “nuovi umbri”, provenienti dal Nord Italia, ma anche dall’Europa e dagli Stati Uniti, che hanno scelto questa regione come loro nuova dimora, lontano dal caos delle metropoli, tra borghi e colline cariche di storia e spiritualità.
Ma cosa attira da queste parti turisti, mistici, viaggiatori provenienti da tutto il mondo? In primo luogo la natura, certamente. Che passa dai panorami sulle grandi creste verdeggianti dei Monti Sibillini e delle catene montuose al confine con le Marche, alle dolci colline dell’interno. Dal fragore della Cascata delle Marmore al sottile sibilo del vento sui canneti del lago Trasimeno. Dalle profonde grotte scavate nelle rocce chiare ai canyon più scuri e profondi. Al di là dei luoghi comuni, il verde è davvero il colore che caratterizza il territorio umbro. Ma la bellezza dell’ambiente non basta da sola a comporre un’immagine veritiera e completa della regione. Faggi, lecci, castani e olivi hanno sempre, come sfondo o cornice, una traccia o un segno della presenza umana. Monumentale, come nel caso di una cittadina o di una chiesa medievale. Oppure solo accennata, come una casa colonica di pietra antica o le vecchie recinzioni tra i campi che si perdono nel passato. L’Umbria, in realtà, è uno degli esempi italiani ed europei più riusciti di simbiosi tra l’uomo e la natura. Simbiosi che, fin dai tempi antichi degli Umbri e degli Etruschi, e poi dei Romani, si rinnova di giorno in giorno, fino ai nostri giorni.
Qui si viene per la bellezza del paesaggio naturale e umano, dunque. Ma anche attratti da alcuni centri di enorme suggestione – come Perugina, Assisi, Gubbio, Orvieto e Todi – che devono la loro fortuna in primo luogo alle dimensioni ridotte e umane, ma anche alla capacità di mantenersi intatte nelle loro strutture urbanistiche e architettoniche, ma comunque vitali. I due capoluoghi di provincia, Perugina e Terni, sono di dimensioni medio piccole se paragonati ad altre realtà italiane, e ancora oggi come molti secoli fa la regione mantiene un carattere del tutto comunale, con le sue cittadine autonome e orgogliose, le tradizioni particolari e le antiche rivalità tra un municipio e l’altro. Ma oltre alla natura, a dare un tratto comune al territorio sono l’architettura, con il caratteristico romanico di queste parti, e il robusto filo conduttore dell’arte – con la pittura in primo piano – che lega le grandi pinacoteche, i piccoli musei e i cento luoghi della memoria sparsi tra città e campagne.
Parallelo all’Umbria del turismo, dell’arte e del passato, un altro aspetto vive da mille anni e rappresenta l’ultimo tassello mancante nell’immagine della regione. La terra di San Francesco, Jacopone da Todi e Santa Chiara, di eremi e basiliche, è un luogo di spiritualità e di pace. Non solo per chi si riposa tra i lecci secolari dell’Eremo delle Carceri o sosta a lungo davanti ai magistrali affreschi delle storie di Giotto. Qui la pace ha un legame con il passato e una tensione viva verso il futuro. Ogni due anni, la Marcia della Pace sfila con volti di tutti i colori tra Perugina e Assisi.
Infine l’aspetto enogastronomico. L’Umbria ha una cucina di rara bontà, robusta e gustosa, fatta di piatti che racchiudono in sé il meglio delle tradizioni toscane, laziali e marchigiane. Tutte assorbite, modificate e adattate ai prodotti del territorio. Per non parlare degli eccellenti vini, tra cui spiccano due Docg, il Montefalco Sagrantino e il Forgiano Rosso Riserva.
In Umbria l’ospitalità è ancora un’arte, sia nelle città e nei paesi – che offrono ciascuno la propria festa, sagra o specialità gastronomica – sia in campagna, dove la formula dell’agriturismo è ormai diventata l’offerta caratteristica della regione.