Reggio Emilia, operosa e vivace, è adagiata in mezzo alla Pianura Padana e avvolta nella nebbia durante le giornate invernali. Città a misura d’uomo, è in vetta alle classifiche delle località più prospere e vivibili d’Italia, grazie anche all’efficienza dei servizi pubblici e sociali, e all’offerta culturale, soprattutto per il teatro, l’arte e la musica. Il centro, attraversato dalla via Emilia, è organizzato in un sistema di piazze ed è caratterizzato da architetture rinascimentali di influenza ferrarese e neoclassiche. La sua fisionomia urbana si è costituita nel periodo 1199-1314 quando, oltre all’esagono delle mura, venne costruito quasi tutto (Duomo, palazzo e torre del Comune, palazzo del Capitano del Popolo) e venne modificato il suo impianto risalente all’epoca romana. Tra periodi di prosperità (l’arrivo degli Este e il decollo dell’industria della seta, nel XV secolo) e battute d’arresto (la Tagliata del 1570: l’abbattimento di case e alberi che si trovavano a 600 m dalle mura), Reggio è cresciuta lentamente, fino a sbocciare definitivamente nel XX secolo. Oltre ai monumenti già citati, da vedere in città: Palazzo del Monte di Pietà, basilica di S. Prospero, Palazzo Corbelli, Palazzo Spalletti-Trivelli, Teatro Romolo Valli, Musei Civici, Teatro Aristo, Galleria Parmeggiani, santuario della Madonna della Ghiara e tanti altri.
Reggio emilia dista una trentina di chilometri dal Po: un territorio che, in epoca rinascimentale, era punteggiato di signorie che hanno lasciato tracce cospicue nell’architettura e nell’urbanistica dei centri maggiori, Correggio, la più grande, Novellara, Guastalla, Gualtieri, Brescello (il paese di Don Camillo e Peppone). Ma la vera anima di questi luoghi è quella del Grande Fiume, che d’inverno avvolge tutto nella nebbia, e nell’orbita del quale hanno gravitato generazioni di pescatori e contadini. Una vita raccontata dagli scrittori (Gianni Celati e Cesare Zavattini) e dipinta da Antonio Ligabue. La strada rialzata sul Po, vicino a Brescello, è quella su cui ancora pedala Don Camillo, il personaggio del ‘Mondo Piccolo’ di Giovanni Guareschi.
Cattedrale di Guastalla (foto Giuseppe Maria Codazzi reggioemiliaturismo.provincia.re.it)
A sud di Reggio, verso l’Appennino, tra calanchi e ginestre, sorgono i castelli costruiti come sistema difensivo durante la dominazione di Matilde di Canossa nell’XI secolo.
Il castello di Rossena si trova a 5 km da Ciano d'Enza, sulla strada che porta a Canossa. Il castello vero e proprio, circondato dal borgo, è difeso da alte mura e all’interno si trovano la prigione, la piazza d’Armi con terrazza d’avvistamento, i camminamenti di guardia, la chiesa di S. Matteo e il mastio, l’unico elemento medievale (il resto risale per lo più a rifacimenti cinquecenteschi). A pochi chilometri sorge il suggestivo Castello di Canossa, dove, il 27 gennaio 1077, papa Gregorio VII, grazie alla mediazione di Matilde di Canossa, revocò la scomunica all’imperatore Enrico IV. Il complesso fu costruito verso la metà del X secolo da Atto Adalberto, figlio di Sigifredo da Lucca, di stirpe longobarda. Un edificio moderno ospita il Museo Nazionale Naborre Campanili, che conserva materiale informativo e testimonianze del luogo, in particolare un prezioso fonte battesimale del XII secolo.
Capitale della montagna reggiana è Castelnuovo ne’ Monti, che vanta una grande tradizione nell’arte della fusione campanaria, e che sorge ai piedi della Pietra di Bismàntova. Immersa nel verde di tre belle pinete, oggi Castelnuovo (700 m di quota) è meta soprattutto di turismo estivo, nel cuore della terra del Parmigiano Reggiano e porta d’accesso al neo costituito Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano. Il Parco, nato dalla fusione di alcune aree protette già esistenti (Parco del Gigante, Parco dei Cento Laghi, Parco dell'Orecchiella), custodisce alcuni gioielli di straordinaria bellezza, come il Lago Santo, la Pietra di Bismantova, i gessi triassici della Valle del Secchia, il Monte Prato (il più alto della Toscana con i suoi 2.054 metri), il Monte Cusna (2.121 m) e l'Alpe di Succiso.
Pietra di Bismantova - Parco dell'Appennino Tosco-Emiliano (foto www.parcotoscoemiliano.it)
Agriturismo Bosco del Fracasso
Romantico agriturismo immerso nel verde, con fattoria e produzione di confetture e marmellate del grande bosco un tempo conosciuto come Bosco del Fracasso.
Tel. +39 0522 856954
Sito web: www.boscodelfracasso.it
E-mail: info@boscodelfracasso.it