Agriturismi in Lombardia - Bellagio e il Triangolo Lariano
Bellagio, Lasnigo, Rezzago, Barni

A Bellagio, ombelico del Lario, convergono, s’intrecciano e di nuovo si separano le romantiche brezze del lago. Come un’elica a tre pale, il Lario ha qui il suo fulcro, il suo centro gravitazionale.
Situata sulla punta del promontorio, che spartisce il Lario nei rami orientale e occidentale, la “perla del Lago di Como” ha la grazia elegante e lo stile esclusivo delle località che hanno tenuto a battesimo il turismo, quasi due secoli fa. La straordinaria ubicazione, i panorami, il clima, le ville, i giardini rigogliosi, le scalinate che si arrampicano nel centro storico: tutto concorre a creare un’atmosfera di autentico charme. Nella parte alta della città sorge la romanica basilica di San Giacomo. Più in alto è il magnifico parco di villa Serbelloni, sede della Fondazione Rockefeller.

Bellagio

A sud di Bellagio, lo spicchio di montagne intrappolate tra i ghiacci che generarono il lago, fa sentire il suo alito fresco. Il Triangolo Lariano è fatto di versanti che spumeggiano di folti castagneti e, più in alto, si distendono in armonie di pascoli e contrappunti di radure, che in primavera si rivestono di mughetti e narcisi. Le rive del lago sono cosparse di cipressi, allori, azalee e palme. I giardini all’italiana, di un’eleganza geometrica e raffinata, si affacciano sull’acqua con terrazze adorne di sculture; dietro le ville – rinascimentali, manieristiche, barocche, neoclassiche – si stendono, immensi, i parchi all’inglese, che ricreano sapientemente l’armonioso caos del creato. Le ville, coi loro parchi, reinventano il paesaggio, lo miniaturizzano, lo ammansiscono, lo teatralizzano. Questo immenso giardino sul Lario incanta da secoli artisti e scrittori, italiani e stranieri, perché è una perfetta cerniera tra sogno e universo nostrano, in bilico tra Alpi e Mediterraneo. Qui c’è il tiepido fremito degli ulivi e dei limoni sotto il bagliore delle nevi. Qui c’è il giardino delle delizie. Per questo non può mancare il Triangolo Lariano, l’angolo selvaggio di questo giardino, rustica consolazione di chi si accorga che il paradiso è perduto. Dentro quest’angolo segreto, fatto di cime lontane, d’impervie selve oscure, di cieli nitidi e grevi, all’apparenza inespugnabili, sotto il vasto apparato del monte San Primo, s’incunea la Vallassina. La valle, solo corridoio su cui si affacciano le solitudini della montagna lariana, porta il sigillo dei suoi massi erratici, delle sue pietre avello, delle sue chiese medievali, come quella di Lasnigo e di Rezzago, del XII secolo, affiancate dagli eleganti campanili. Porta il sigillo dei suoi castelli, a Barni come ad Asso, che difendevano la sua povera economia dagli ingordi vicini. Porta il sigillo del Lago del Segrino, una gemma opaca, dello stesso colore delle fronde che vi si specchiano, custodito là dove la luce si fa densa e la pianura rifulge oltre l’ultimo gradino dei monti.
Sulle mense lariane s’incrociano senza conflitto i rustici sapori di montagna e quelli, più delicati, del lago. La polenta è uno dei capisaldi della tradizione culinaria di questa parte di Lombardia e accompagna degnamente tanto la selvaggina e funghi della montagna quanto i “missoltini” del lago, agoni pescati tra maggio e luglio e messi ad essiccare prima di essere sistemati in strati, con alternanza di foglie d’alloro, nella “missolta” un recipiente di legno chiuso con un gravato di pesi. Assolutamente da provare il più classico dei primi del lago, il risotto con i filetti di pesce persico, e il più classico dei secondi, il fritto misto di lago.

Veduta del Lario dalla cima del Monte San Primo (foto www.hotelvolta.com)