La Valle del Belice, diventata tristemente famosa per il forte terremoto del 1968, occupa un vasto territorio segnato dal corso del fiume Belice, che si forma dall'unione di due rami, il Belice destro e il Belice sinistro. Si trova nella Sicilia occidentale e occupa un'area compresa tra le province di Palermo, Trapani e Agrigento. Il terremoto del ’68 distrusse quasi interamente Poggioreale, Montevago, Santa Margherita Felice e Gibellina. A seguito del disastro, diversi artisti dedicarono le proprie opere per la ricostruzione della zona e per la riqualificazione della vita delle popolazioni di quei luoghi, per gli anni a venire. La ricostruzione volle donare alla Valle del Belice una grande "porta di ferro" a forma dei petali di fiore, chiamata "Stella del Belice", di Pietro Consagra. La Stella si trova a Ghibellina nuova, a 18 Km da Gibellina Vecchia, città crollata totalmente e sui cui venne costruito il "Cretto Burri" opera che ripercorre le strade e l'urbanistica della Città. La nuova Ghibellina, costruita in contrada Salinella, pur mantenendo la tradizione contadina, è stata edificata con il contributo di artisti a livello internazionale che ha consentito di tracciare un itinerario culturale verso il futuro, proiettando uomini e cose in una dimensione cosmopolita.
Santa Margherita di Belìce fu fondata nel 1572 dal Barone Antonio Corbera, antenato dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del celeberrimo romanzo "Il Gattopardo". Nel suo territorio si trovano diverse testimonianze di insediamenti sicani, greci, romani e arabi. Nel 1610 il Re Filippo III autorizzò il barone Girolamo Corbera, nipote del fondatore, a dare al paese il nome di Santa Margherita. I Principi Filangeri, succeduti ai baroni Corbera, diedero impulso al paese con la costruzione di diversi edifici. Dall'ultima principessa Filangeri, Giovanna e dal principe Lucio Mastrogiovanni Tasca d'Almerita nacque Giuseppe. Furono i ricordi di Santa Margherita a ispirare lo scrittore per la stesura de "I Racconti" e de "Il Gattopardo". Le attrattive principali di Santa Margherita di Belìce sono legate al palazzo del Gattopardo (Palazzo Filangeri Cutò), al meraviglioso Parco del Gattopardo Cutò di Filangeri, con le sue fontane e le sue rare essenze arboree, alla Villa Comunale, alla Chiesa Madre, rifatta nel '700 e ornata di stucchi del Sesta e di dipinti del Meli.
Santa Margherita del Belice e Palazzo Filangeri Cutò (foto www.comune.santamargheritadibelice.ag.it)
La principale risorsa economica della Valle del Belice è la produzione agro-alimentare e la coltivazione dell'olivo. Lo fu sin dall'insediamento delle prime popolazioni e della nascita di Selinunte, i cui abitanti coltivarono e propagarono l'olivo colonizzando le vallate e le terre fertili dell'interno, producendo olio.
Selinunte fu fondata nel VII sec. a.C. dai coloni di Megara Hiblaea e divenne presto una grande potenza, fiorente nei commerci e nelle arti. Rivale di Segesta e di Mozia, venne distrutta da Cartagine nel 409 a.C. e per molto tempo dimenticata. Gli scavi hanno portato finora alla luce otto templi (denominati con una lettera dell'alfabeto) con imponenti colonne doriche e il sistema di fortificazioni (cinque templi sorgono sull'Acropoli e tre sulla collina orientale). Sono in corso gli scavi della città antica, che sorgeva sulla Collina di Manuzza, a nord dell'Acropoli. Dopo la distruzione di Selinunte, la città antica fu utilizzata come necropoli dagli abitanti rimasti a vivere a Selinunte. Il complesso archeologico di Selinunte, oltre ad essere uno tra i più suggestivi del Mediterraneo, merita una visita anche per il panorama, che spazia fino al mare.
A pochi chilometri si trova Castelvetrano, punto di riferimento di tutta la Valle del Belice e città natale del filosofo Giovanni Gentile, massima espressione del Neoidealismo italiano, e artefice di una fondamentale riforma della scuola italiana. Molti i monumenti da visitare, tra cui la Chiesa del Purgatorio, la Chiesa di San Francesco da Paola, la Chiesa Madre, il Municipio, il Campanile e la fontana della Ninfa, il Teatro Selinus e il Museo Archeologico che ospita preziosi reperti tra cui spicca la statua dell'Efebo selinuntino.
Selinunte - Tempio E dedicato a Era (foto www.schlagboehmer.de)
Agriturismo Carbona
A pochi passi da Selinunte, immerso in un’atmosfera unica, nel silenzio di ulivi argentati e invaso da fragranze di gelsomino, una struttura sinonimo di tradizione e passione.
Tel. +39 0923 28890
Sito web: www.agriturismocarbona.it
E-mail: info@agriturismocarbona.it
Agriturismo Baglio Vecchio
Nell'incantevole campagna siciliana, il baglio, risalente al XVIII sec., è stato da poco interessato da un'attenta opera di ristrutturazione. Appartamenti e ristorante.
Tel. +39 0924 906919
Sito web: www.agriturismobagliovecchio.it
E-mail: info@agriturismobagliovecchio.it